I LAMENTATORI

I canti polivocali della Settimana Santa costituiscono oggi una delle principali espressione del patrimonio musicale tradizionale della Sicilia. Vengono generalmente denominati con il termine "lamenti" oppure "lamintanzi" o ancora "lodate". Per indicarne l'esecuzione si usa il verbo "lamintari".
Eseguiti sempre secondo modalità rigidamente formalizzate nel corso delle processioni o durante altre manifestazioni rituali, svolgono funzione di sonorizzazione degli spazi festivi e di scansione delle durate di ciascun atto collettivo. Chiaramente marcati come solenni e disforici, costituiscono un fondamentale commento al racconto mitico rappresentato dal rito.

Ogni repertorio locale è formato da brani con testo in latino o in siciliano: ciascun brano viene definito "una parti". L'esecuzione è sempre opera di gruppi maschili, di norma denominati "squadre", costituiti da cantori specializzati detti anche "lamentatori". Una squadra, di solito, è espressione di una confraternita laicale.
L'articolazione musicale dei lamenti presenta sempre una marcata dicotomia fra una parte vocale melodica ed una componente corale di accompagnamento. La prima è solista e viene realizzata da un solo cantore o da due-tre alternativamente. Quasi sempre presenta un andamento discendente per lo più per gradi congiunti e si caratterizza per una ricca componente di ornamentazioni melismatiche.
La componente corale può essere a una, due o tre parti vocali eseguite da più di un cantore. Interviene in determinati punti dello svolgimento della parte melodica accompagnandola in maniera diversa a seconda dei casi.
L'insieme dei "Lamienti" ha precisi e documentati rapporti con il "falsobordone", tecnica di canto polifonico testimoniata dalle fonti scritte a partire dalla prima metà del XVI secolo.

Fra i diversi repertori locali indubbiamente quello di Montedoro si segnala per la complessità e la varietà del materiale musicale. Documentato da circa venticinque anni, può essere considerato una delle più alte espressioni della polivocalità tradizionale della Sicilia.
Montedoro è un paese di circa duemila abitanti situato nel cuore della Sicilia, in provincia di Caltanissetta da cui dista circa trenta chilometri. Di origini agricole (fu ufficialmente fondato nel 1635 sul luogo dove sorgevano caseggiati abitati da contadini), ha vissuto un periodo di grande sviluppo a partire dalla seconda metà del XIX secolo, quando nel suo territorio furono aperte alcune miniere per l'estrazione dello zolfo. All'inizio del nostro secolo ebbe inizio una lenta ma inesorabile crisi del settore che portò alla definitiva chiusura delle miniere intorno agli anni sessanta, provocando una grande ondata di emigrazione.
Attualmente Montedoro vive di una povera agricoltura (le colture principali sono grano e viti) e di terziario. Molti giovani scelgono di trasferirsi nelle grandi città della costa, mentre numerosi sono gli emigranti che alla fine della attività lavorativa vi ritornano per trascorrervi gli anni della pensione. Da più di un decennio Montedoro è amministrata da una attiva giunta comunale che ha promosso una serie di iniziative economico-sociali molto importanti e sicuramente insolite in altri paesi con simili caratteristiche.

Al fine di offrire un quadro sommario del contesto nel quale ha luogo l'esecuzione dei "Lamienti" è necessario descrivere, sia pur brevemente, lo svolgimento delle celebrazioni rituali della Settimana Santa montedorese.
Essa si apre con la Domenica delle Palme. Nella mattinata si svolge per le vie del paese una processione, secondo le modalità previste dalla liturgia ufficiale. Nel frattempo i "lamentatori" si riuniscono in chiesa disponendosi a ridosso della porta di ingresso che viene sbarrata. All'arrivo della processione sul sagrato il prete si stacca dal corteo e bussa tre volte alla porta della chiesa. A questo punto i cantori danno inizio alla esecuzione del Gloria che viene ripetuto tre volte. Quindi si aprono le porte e la processione fa il suo ingresso per lo svolgimento della messa.
Dalla Domenica delle Palme al Giovedì Santo non hanno luogo altri particolari eventi rituali se non le cosiddette "nisciute". I "lamentatori" si riuniscono quasi tutte le sere e si muovono in gruppo eseguendo diverse parti lungo la "strata di li Santi", il percorso attraverso cui si svolgono tutte le processioni di Montedoro.
Il Giovedì Santo, dopo lo svolgimento in chiesa delle celebrazioni previste dalla liturgia ha luogo la cerimonia della "tavula". Nei locali dell'oratorio parrocchiale viene imbandita una tavola per dodici commensali, con cibi di particolare valore rituale come arance e finocchi. Tale cibo viene distribuito dal prete ai cosiddetti "apuostuli", dodici tra ragazzi ed anziani del paese, vestiti in abiti rituali. I "lamentatori" si dispongono ai lati della "tavula" ed eseguono alcune parti tra le quali il "Giuda" e il "Pange Lingua".
Successivamente in chiesa ha luogo l'adorazione. Il prete legge ad alta voce alcuni passi tratti dai Vangeli che riguardano la Passione. Tra un brano e l'altro i "lamentatori", disposti in fondo alla chiesa, lateralmente rispetto all'altare maggiore, eseguono alcune parti.
Il Venerdì Santo è il giorno in cui si svolgono gli eventi rituali più importanti. Nel primo pomeriggio sul sagrato della chiesa vengono preparate le "Vare": una grossa urna di vetro contenente l'effige di Gesù Morto e una statua della Madonna Addolorata con il mantello nero. Ad una certa ora i "lamentatori" intonano il "Popilu me" che segna l'inizio della processione.
Due diversi cortei si muovono per le vie del paese in ognuno dei quali viene trasportata una "Vara". I cantori si dividono in due gruppi (squadre) che si dispongono in testa ai due cortei: di norma la "squadra" che accompagna il Cristo esegue il "Popilu me" mentre l'altra il "Maria passa". I due cortei convergono in un punto dove il prete tiene una breve omelia.
Quindi si fondono in un solo corteo con in testa i "lamentatori" preceduti, di solito, da uno o più tamburi che scandiscono il ritmo di marcia. È pure presente un suonatore di tromba che esegue suoni lunghi con glissando finale oppure brevi successioni di note. La processione si muove in direzione del Calvario, luogo sacrificale della comunità posto al di fuori del paese, costituito da una cappelletta sul tetto della quale è collocata una croce in legno. Qui la statua di Gesù viene crocifissa nel corso di una solenne cerimonia accompagnata dall'esecuzione del "Sacri scale".
La statua della Madonna viene invece portata all'interno della cappella dove riceve l'omaggio delle donne del paese che recitano rosari e cantano brani tradizionali in dialetto.
Per tutto il resto del pomeriggio i montedoresi si recano in forma privata al Calvario a rendere omaggio alle due statue. Intorno alle venti i fedeli si ritrovano davanti alla chiesa per dare vita ad una nuova processione. Ancora una volta è l'esecuzione del "Populu me" che sancisce l'inizio del rito.
Un solo corteo si muove in direzione del Calvario trasportando l'urna di vetro vuota. Al passaggio, sui balconi delle case vengono accese delle luci mentre molti fedeli portano delle torce accese. I "lamentatori", in un'unica formazione, si dispongono in testa al corteo.
All'arrivo al Calvario ha luogo la "scinnenza". La statua di Gesù viene schiodata dalla croce, cosparsa di profumi e nuovamente deposta dentro l'urna, mentre la statua dell'Addolorata viene portata all'esterno. Ha inizio così una nuova azione processionale: le due statue vengono trasportate l'una accanto all'altra per le vie del paese fino al sagrato della chiesa. Tutta la lunga processione è accompagnata dai "lamienti" eseguiti da una sola squadra. Arrivati davanti la chiesa il prete tiene una breve omelia e quindi i "lamentatori" intonano una parte, in genere il "Voi che versate lacrime", che segna la fine della processione.
Nel corso delle celebrazione della Domenica di Pasqua non vengono eseguiti i "lamienti" né altre forme di canto se non quelle previste dalla liturgia da eseguirsi dentro la chiesa.



Intervista a Rosario Randazzo, prima voce del Coro dei Lamentatori di Montedoro, premio "Ignazio Buttitta" per l'anno 2014